Pet Therapy e anziani: un colpo di coda alla solitudine!

La pet therapy entra nelle case di riposo, come naturale rimedio alle diverse problematicità della condizione dell’anziano.

 

Anziani e pet therapy

Le persone anziane che sempre più spesso sperimentano un vissuto triste e demotivante, come quello della casa di riposo, rappresentano dei referenti ideali per quelle proprietà profilattiche e terapeutiche fornite dagli animali da compagnia, soprattutto cani e gatti, dando vita a un intenso rapporto interpersonale, anche dovuto alla maggiore quantità di tempo da dedicare ai nuovi amici pelosi. Sono dunque gli animali gli operatori che meglio riescono a valorizzare, in diversi modi, la vita quotidiana degli anziani, spesso persone fragili e dalle prospettive ridotte. 

La scomparsa di un familiare o la partenza di un figlio non fanno che generare un baratro di solitudine che tuttavia può essere colmato dalla presenza di un animale docile, come un cane o un gatto. L’età avanzata predispone il soggetto a dimensioni di rassegnazione e inaridimento spirituale, vie d’accesso privilegiate per depressione, apatia e perdita di fiducia. Quando poi dalla sofferenza psicologica si passa al malessere fisico, i problemi si complicano. È qui che può arrivare in soccorso la pet therapy per gli anziani.

Mediante il gioco e l’accudimento, l’animale si reifica in un’ancora di salvezza: la semplice presenza del cane è in grado di colmare la maggior parte dei vuoti. La situazione, vissuta dall’anziano, di essere relegato in un posizione marginale, viene sovvertita dall’impegno di accudire un cane, così come in passato ci si occupava dei figli e dei nipoti. La pet therapy per anziani introdotta nelle case di riposo ha dimostrato come alcuni parametri sociali, quali l’interazione e la comunicazione interpersonale/intraspecifica, vengano implementati considerevolmente. Notevoli miglioramenti si ottengono anche in relazione a parametri comportamentali come, ad esempio, curiosità, creatività, affettività, calma, capacità di osservazione e lucidità. Si può dire che l’ansia e la depressione vengano accantonate con un colpo di coda.

 

La pet therapy per anziani

La pet therapy per anziani lavora su alcuni meccanismi scientifici e psicologici. Proviamo a fornirne un elenco:

- Tatto: accarezzare un cane o un gatto abbassa e normalizza la pressione sanguigna. Il piacere tattile e il contatto fisico consentono la giusta formazione di un confine psicologico, della propria identità, del proprio Sé e della propria esistenza;

- Voce: la comunicazione uomo-animale rompe il silenzio e allontana i pensieri negativi. La semplicità del linguaggio, con la sua cadenza e le sue ripetizioni, produce un effetto rassicurante in chi parla;

- Gioco: il divertimento produce benefici psicosomatici, libera l’accumulo di tensioni e di energie, consentendo uno stato di calma;

- Socialità: la presenza di un cane, di un gatto o di un coniglio è un’occasione per l’interazione con altri soggetti presenti. Si parla, si spiega, si racconta;

- Responsabilità: si riacquista una dimensione di dovere e di attività, direttamente proporzionale alle possibilità dell’anziano;

- Empatia: l’identificazione con l’animale spesso viene traslata alle relazioni con altri soggetti presenti;

- Antropomorfismo: spesso l’anziano vive la propria condizione di sofferenza con egocentrismo, non andando fuori, non ascoltando nessuno. L’attribuzione di qualche caratteristica umana all’animale a volte funziona come meccanismo per focalizzare la propria attenzione sul mondo esterno;

- Movimento: a volte, avendo un animale vicino, coloro che ormai ritengono di non riuscire a fare più un certo movimento, si sentono invogliati a muoversi o alzarsi per accarezzarlo.

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